“La fragilità e l’affettività dell’anziano”, il convegno presso il centro anziani di Borgo Piave

Si è tenuto sabato 28 settembre, presso il Centro culturale anziani “Enzo Mengoni” di Borgo Piave, un incontro di approfondimento sulle fragilità degli over 60. Nato da un’idea dell’Avv. Pino Tarantino, accolta con entusiasmo della Presidente del centro Assunta Gneo, si è concretizzata grazie alla collaborazione della LILT di Latina, che ha coinvolto un team di medici specialisti per trattare l’argomento con un approccio multidisciplinare.

Ad aprire i lavori il Dott. Peppino Nicolucci – Medico specialista in Neurologia, Psicologia e Medicina Legale, che ha messo in evidenza come non esista un anziano “tipico”, ma che ognuno lo è a modo suo, con le proprie fragilità, sia fisiche che sociali. “Partendo dal presupposto che non si possono prevenire alcuni acciacchi legati all’età che sono fisiologici – ha specificato Nicolucci – tutti noi abbiamo il dovere di prenderci cura di noi, e non solo dal punto di vista sanitario ma anche affettivo”. Se la speranza di vita in Italia a 65 anni è più elevata di un anno per entrambi i sessi rispetto alla media Ue, dopo i 75 gli anziani vivono in condizioni di salute peggiori. Fondamentale per il benessere degli over 60 è infatti mantenersi socialmente attivi, e non delegare solo ai medici il compito di preservare la propria salute, ma farlo in prima persona.

La sindrome più diffusa in età avanzata, negli uomini, è sicuramente l’andropausa, come ha illustrato nel suo intervento il Dott. Pietro Salacone – Endocrinologo/Andrologo. E’ intorno ai 50-60 anni – ha spiegato Salacone – che si hanno le prime avvisaglie legate ad un calo progressivo e fisiologico del testosterone, ma se si tratta di individui sovrappeso questi sintomi si possono presentare precocemente. Anche la disfunzione erettile è una patologia legata all’anzianità, che può essere curata con appositi farmaci, ma che molto spesso non viene diagnosticata per pudore o vergogna del paziente che non lo fa presente al proprio medico. Con l’avanzare dell’età, inoltre, se non ci si tiene attivi e non si rinforzano i muscoli, è molto probabile che le ossa diventino deboli e fragili (osteoporosi). Proprio di fragilità ossea e di una propensione maggiore ad avere fratture, ha parlato il  Dott. Ciriaco Iandolo, Dirigente Medico UOC Ortopedia e Traumatologia DEA II Livello. Il suo intervento si è incentrato soprattutto sulla frattura più diffusa in età avanzata, ovvero quella del collo femore dell’anca, che può essere di vari tipi, ma che a seconda delle tempistiche d’intervento e delle condizioni in cui vi arriva il paziente, può avere esiti differenti. Se l’anziano è in buono stato di salute e si è mantenuto fino a quel momento attivo, ha buone probabilità di tornare ad avere una vita normale, se invece presenta ossa fragili, allora il rischio di mortalità è del 5% nel periodo immediato dopo l’intervento e del 15-25% nell’arco di un anno.

Non solo l’attività fisica costituisce un presupposto importantissimo per una vecchiaia serena e in salute, ma anche l’alimentazione gioca un ruolo chiave. “Il cibo è medicina – ha detto la Dott.ssa Venerina Sciacca Dirigente Medico presso la U.O.C. Oncologia DEA II dell’Ospedale S. M. Goretti di Latina – e le regole per mangiare bene, anche ad una certa età, sono poche e semplici: mangiare poco e spesso; seguire la dieta mediterranea ricca di cereali, soprattutto integrali, verdura, frutta e legumi; ridurre il sale; contenere il più possibile l’assunzione di alcolici e superalcolici; bere 2 litri di acqua al giorno”. Basti pensare che l’1% dei tumori del tratto gastroenterico si può prevenire attraverso l’alimentazione e in generale, lo stile alimentare, influisce sullo stato infiammatorio dell’equilibrio ormonale.

In collegamento telefonico è intervenuta anche la Dott.ssa Seila Perrone Ginecologa – Dirigente UOC Ginecologia Ospedale S. M. Goretti di Latina, che ha parlato di menopausa e relativa Terapia Ormonale Restitutiva (TOS). Si tratta di un trattamento farmacologico a base di ormoni che serve per compensare la diminuzione di quelli prodotti naturalmente dall’organismo e che, reintegrando i livelli di estrogeni e progesterone nel corpo, aiuta a ridurre gli effetti che sono normalmente legati a questa fase come vampate, insonnia, sudorazione e tutti quegli aspetti che inevitabilmente portano ad un peggioramento della qualità della vita.

A concludere gli interventi, la Dott.ssa Nadia Altavilla, Dirigente Medico della. U.O.S.D. Screening, con specializzazione in Gastroenterologia, che ha sottolineato l’importanza di accedere agli screening previsti da Sistema Sanitario Nazionale, fondamentali per scoprire l’insorgenza di un tumore in maniera precoce o evitare che un adenoma possa, nel tempo, trasformarsi in carcinoma. Se per determinati controlli, la risposta dell’utenza è abbastanza diffusa, nel caso di alcuni screening, come quello del colon retto, solo il 18% degli aventi diritto si presenta. Un dato che bisogna assolutamente incrementare, anche attraverso la collaborazione dei medici di famiglia che dovrebbero informare accuratamente i propri assistiti sull’importanza di aderire alle campagne di screening.

Una giornata di approfondimento e di scambio di conoscenze resa possibile grazie all’impegno della Dott.ssa Rita Salvatori, Vicepresidente LILT Latina e della Presidente LILT Latina Dott.ssa Nicoletta D’Erme, alla quale hanno presenziato anche la consigliera Dott.sa Pina Cochi e il consigliere Dott. Nicola Catani, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale.

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